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“Ecco dove mi ha trovato il Premio Viareggio del 1950: sui prati di Entrèves, il luogo che ho più caro al mondo. E ha messo l'una di fronte all'altra, come mai prima di quella scadenza significativa della mia vita, quelle che sono le due facce della mia persona, i due fili della mia esistenza: la vocazione alla cultura, necessariamente sedentaria, e l'amore dell'avventura alpina”
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"Quando, fra qualche altro anno, andrò a riposare definitivamente sulla collina sopra Aosta, sotto la gran pietra grigia, qualcuno scriverà di me sulla «Rivista Mensile» del Club Alpino: ma non potrà includere nel rituale elenco delle ascensioni grandi e piccole quella Cima di Entrelor che non ho mai salito, prima perché non volevo e poi perché non potevo"