La Storia della Cineteca centrale del CAI

La Cineteca centrale del CAI, che si trova a Milano presso la Sede legale, custodisce e conserva il patrimonio filmico e annessi del Club Alpino Italiano costituito da:

  • oltre 500 film acquisiti nel corso del tempo;
  • i film delle grandi spedizioni organizzate dal CAI:
    • nel 1954 al K2 – Italia K2, di Marcello Baldi,
      dedicato alla storica impresa di Ardito Desio con, tra gli altri, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli e Walter Bonatti;
    • nel 1958 al Gasherbrum 4 – G-IV Montagna di luce, di Renato Cepparo con, tra gli altri, Walter Bonatti, Carlo Mauri, Riccardo Cassin e Fosco Maraini;
    • nel 1968 in Antartide – Italiani in Antartide, di CarloMauri
  • il film di montagna più antico, Cervino 1901, di un anonimo, realizzato non molto dopo l’invenzione del cinema avvenuta nel 1895 ad opera dei fratelli Lumière;
  • le fotografie scattate dai componenti la spedizione al G-IV, in particolare quelle di Fosco Maraini;
  • una serie di attrezzature per il montaggio delle vecchie pellicole da 35 e 16 mm, ormai superate dal digitale e diventate cimeli di archeologia tecnologica;
  • più moderne attrezzature per la conservazione dei filmati in forma digitale e per l’invio alle varie Sezioni che li richiedono per l’organizzazione di proiezioni tematiche;
  • cineprese “storiche” usate nel corso del tempo dagli alpinisti nelle varie spedizioni organizzate dal CAI o in altre esplorazioni in giro per il mondo;
  • documenti di varia natura, in particolare riferiti al film Italia K2.

Come si è arrivati alla creazione della Cineteca centrale e all’utilizzo della cinematografia come strumento per favorire la conoscenza della montagna, dell’alpinismo e per diffondere il “messaggio” del Club Alpino Italiano?

Negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, numerosi soci realizzarono documentari amatoriali di montagna a passo ridotto per proiettarli alle serate sociali delle Sezioni.

La concreta presenza del cinema documentaristico di montagna nel Club Alpino risale al 1935, anno in cui alcuni soci della Sezione UGET di Torino avviarono un percorso che in pochi anni si sarebbe concretizzato nella produzione e diffusione di un ragguardevole numero di film. Tra questi soci figuravano Giuseppe Sesia, Renato e Guido Maggiani.

Nel 1938 il Presidente Generale Angelo Maranesi autorizzò la Sezione UGET a costituire al suo interno un gruppo di cinematografia alpina. Altre sezioni seguirono l’esempio e così si pose la necessità di strutturare le attività a livello nazionale. Se ne discusse nella riunione del Comitato Scientifico del CAI il 7 giugno 1941, dibattendo questioni di fondamentale importanza per proporre un’organica e continuativa attività cinematografica.

Nel 1946 il Consiglio Centrale, tenendo conto di queste istanze e di quelle delle sezioni, diede vita ad una Commissione Cinematografica a Torino, presieduta da Guido Maggiani. In quell’anno si tenne il primo concorso nazionale di cinematografia alpina a passo ridotto, che si può ritenere il precedente storico del Festival di Trento. Per diverse ragioni, tale Commissione non riuscì a trovare un assetto stabile, per cui nel 1951 il CAI delegò a mettere ordine il consigliere centrale Amedeo Costa che, con l’aiuto di Enrico Rolandi, riorganizzò la Commissione, trasferendola da Torino a Milano e affidandone la presidenza a Ettore Giraudo e successivamente allo stesso Rolandi.

Costa e Rolandi avviarono un’azione che portò all’affermazione del cinema di montagna nel mondo alpinistico italiano e internazionale. Un’attività meritoria sotto il profilo culturale e sociale, avviata con criteri di maggiore coesione e operatività rispetto al passato e con l’obiettivo di rendere l’organo tecnico centrale un efficiente centro di raccolta e di distribuzione. Si iniziò così ad acquistare, duplicare, pubblicizzare filmati e farli giungere ad un pubblico sempre più ampio, attraverso una rete distributiva alternativa, costituita dalle Sezioni del CAI sparse su tutto il territorio nazionale. Sempre Amedeo Costa nel 1952 avanzò alla SAT, che si era assunta il compito di organizzare il 44° Congresso del CAI a Trento, la proposta di indire per l’occasione una rassegna di film di montagna: fu così che nacque il primo Festival dei film di montagna “Città di Trento”.

Il pioniere al quale si ispirarono i Soci del CAI per quanto riguarda la cinematografia di montagna e l’organizzazione della Commissione Cinematografica fu Vittorio Sella, fotografo e alpinista vissuto a cavallo fra il 1800 e il 1900, non solo perché eseguì le prime splendide fotografie di montagne italiane e del mondo, ma anche perché, nel 1909, seguì, come cineoperatore, la spedizione del Duca degli Abruzzi al K2.

Negli anni la Commissione acquistò cineprese e attrezzature tecniche per girare filmati e documentari, da affidare agli alpinisti impegnati nelle spedizioni sulle catene montuose di tutto il mondo e per le spedizioni organizzate dal CAI. Vennero così girati filmati di notevole valore storico, che illustrano le tecniche alpinistiche e la vita dei pionieri e dei protagonisti delle grandi ascensioni; continuò in questo prezioso lavoro di conservazione, documentazione e diffusione del cinema di montagna, grazie all’impegno dei presidenti e dei suoi componenti che si sono succeduti nel corso del tempo fino ai nostri giorni.

La Cineteca, fin dal 1951 denominata “Commissione Cinematografica Centrale”, divenuta Organo Tecnico Centrale nel 1983, è stata trasformata nel novembre 2011 in Struttura Operativa con il nome di “Centro di Cinematografia e Cineteca” e successivamente confluita nella “Commissione Centrale Cultura” a novembre 2023.