40 giovani alpinisti, tra cui 12 donne, scelti su base curricolare sulle 232 candidature pervenute, parteciperanno alla due giorni di selezioni in programma sabato 1 e domenica 2 aprile, durante la quale si terranno prove pratiche e colloqui individuali
È stata un successo la prima fase del progetto “Cai Eagle Team”, iniziativa, pensata dall’alpinista Matteo Della Bordella insieme al Club alpino italiano e al Club alpino accademico italiano (Sezione nazionale che riunisce i Soci Cai che hanno svolto attività alpinistica dilettantistica di particolare rilievo e intensità), che si propone di trasmettere ai giovani tra i 18 e i 28 anni le conoscenze tecniche e il patrimonio culturale fondamentali per chiunque ambisca a diventare interprete dell’alpinismo moderno. Promuovere lo sviluppo della pratica alpinistica tra i più giovani, offrendo a un selezionato gruppo di talenti l’opportunità di poter esprimersi al massimo, sulle difficoltà più elevate e sulle montagne più belle al mondo, è la finalità del progetto interamente finanziato dal Club alpino italiano.
232 candidature da tutta Italia
Sono state 232 le candidature pervenute da tutta Italia. Di queste, 40 profili sono stati selezionati su base curricolare da un giuria composta dall’alpinista, componente dei Ragni di Lecco e accademico Cai Matteo Della Bordella, dal Presidente del Club alpino accademico italiano Mauro Penasa e dal Presidente generale del Cai Antonio Montani.
La due giorni di selezioni
I profili selezionati (provenienti da 10 regioni), tra cui compaiono 12 donne, sono stati convocati per una due giorni di prove pratiche, utili a valutarne le abilità in montagna, che si terrà in valle Ossola sabato 1 e domenica 2 aprile. In queste due giornate i giovani saranno vagliati da una giuria di esperti composta, oltre che da Matteo Della Bordella, da Caterina Mazzalai (Istruttrice nazionale di alpinismo della Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera del Cai), dai Ragni di Lecco Luca Schiera e David Bacci, dall’aspirante guida Federica Mingolla e dalla guida alpina François Cazzanelli.
A una prima prova di arrampicata su roccia ne seguirà una di corsa in salita, per culminare con quella di cramponage (particolare tecnica di progressione su ghiaccio con i ramponi). A completare l’iter selettivo un colloquio individuale. Al termine delle prove verranno selezionati e ammessi al corso della durata di sei settimane i 12 migliori, tra cui almeno 4 donne.
Sei settimane di formazione
Le sei settimane di attività si svolgeranno tra maggio 2023 e dicembre 2024 in varie zone delle Alpi (dalla Grigna alle Dolomiti, dal Monte Bianco alla Valle Orco, fino ad arrivare all’Oberland bernese) e saranno incentrate sull’arrampicata (su roccia, su ghiaccio e misto, in fessura), sull’alpinismo e sull’eventuale apertura di una via.
Al termine delle settimane verranno selezionati, sulla base della valutazione delle capacità tecnico/alpinistiche, caratteriali e logistiche, i componenti della spedizione extraeuropea conclusiva, che si terrà in Patagonia nel febbraio 2025.
«È impressionante quanti ragazzi e ragazze vogliano fare dell’alpinismo la propria professione. Sono rimasto piacevolmente stupito, in particolare, dal livello qualitativo dei curricula presentati dalle giovani alpiniste», afferma il Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani. «Come Cai dobbiamo saper intercettare questa passione per tornare a essere protagonisti dell’alpinismo di punta. Sono convinto che i 12 giovani che entreranno a far parte dell’Eagle Team sapranno incarnare alla perfezione i valori di esplorazione, solidarietà, sostenibilità e attenzione all’ambiente circostante che sono elementi fondativi del Cai. Per gli altri 200 che purtroppo non troveranno posto nel team, cercheremo momenti e luoghi di ritrovo e confronto, perché se ci deve essere una squadra di punta è giusto per un’associazione come il Cai coltivare anche tutti quei bravissimi alpinisti che possono concorrere a tramandare la passione per la montagna e i suoi valori».
«L’alpinismo in Italia è più vivo che mai, lo dimostra il successo che ha avuto questa prima edizione del “Cai Eagle Team”. Pensavo che sarebbero arrivate molte candidature, ma non me ne aspettavo così tante, e soprattutto non pensavo di leggere così tanti curriculum di alto livello», afferma Matteo Della Bordella. «Anche tra i molti che purtroppo non parteciperanno alle selezioni, ci sono ragazzi che hanno tutte le carte in regola per poter fare belle salite in montagna e magari, tra qualche anno, spiccare grazie alla loro visionarietà. In fondo, questo progetto non è solo una grande opportunità per chi entra a farne parte, ma anche una fonte di ispirazione e uno sprono a coltivare la propria passione per tutti coloro che nella montagna trovano appagamento e non sanno farne a meno».
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente del Club alpino accademico Mauro Penasa: «L’adesione al progetto da parte dei nostri giovani alpinisti è stata una gradita sorpresa. Non sapevamo all’inizio se al progetto avrebbero risposto 20 o 200 persone. Invece almeno 150 dei curricula ricevuti si sono dimostrati interessanti, a testimoniare la vitalità di un movimento che dall’arrampicata rivolge un crescente interesse alla montagna», afferma. «Il progetto Eagle Team è la risposta a una ristretta élite di fuoriclasse, ma sono tanti i giovani che meritano di essere incentivati per mantenerne l’impulso alpinistico. Basta poco a mantenere viva la passione per l’alpinismo e l’arrampicata in montagna, ma dobbiamo essere pronti a proporci come riferimento. Grazie all’impegno delle Scuole di alpinismo e arrampicata del Cai e del Club alpino accademico ad essere di collegamento e ispirazione per quanti vorranno percorrere la difficile strada verso l’eccellenza, mi auguro che questa occasione non venga sprecata. E sono certo che Eagle Team sarà di prezioso aiuto a muoverci al meglio su questo difficile e ambizioso percorso».