Grazie alla donazione di Olivari al Cai, nel rifugio più alto d’Europa saranno montate le nuove maniglie dell’azienda piemontese, firmate da Joe Colombo
È prevista nel corso della prima settimana di settembre la sostituzione delle maniglie più alte d’Europa, ai 4554 della Capanna Regina Margherita sulla Punta Gnifetti, nel Gruppo del Monte Rosa. Un’operazione possibile grazie alla donazione di Olivari, realtà leader in Italia per il settore, al Club alpino italiano, che consentirà di rinnovare le attuali maniglie con un nuovo prodotto di design.
Olivari, famiglia di appassionati della montagna, ha da sempre un rapporto speciale con il Monte Rosa. Nel 1977 la Sezione Cai di Varallo, su incarico della Sede Centrale, diede inizio ai lavori per la nuova capanna, che fu inaugurata il 30 agosto 1980. Nell’occasione, Olivari contribuì con le maniglie Cusio alla ristrutturazione. A distanza di 40 anni rinnova il suo impegno. La scelta del modello Beta, disegnata dall’arch Joe Colombo è dovuta a diversi motivi. Innanzitutto una forma funzionale al contesto, che consente l’utilizzo in piena sicurezza, avendo le estremità leggermente arrotondate. Poi la modernità e attualità del disegno, che ne fa un evergreen, con la convinzione che sia valido almeno per i prossimi 40 anni. Infine la sua capacità di ben rappresentare l’alto livello del design italiano, in un luogo così estremo.
Questa iniziativa nasce dai valori condivisi per la conservazione e valorizzazione di un patrimonio nazionale rappresentato in maniera eccellente da Cai e Olivari e della stessa Capanna Margherita. In questa occasione le maniglie saranno personalizzate con la seratura “Olivari – C.Margherita 4554” e verrà posata una targa commemorativa “Olivari, maniglie d’alta quota 2021”. La salita a Punta Gnifetti avverrà da Punta Indren (3227 metri di quota) e vedrà impegnati quattro tecnici di Olivari accompagnati verso la Capanna dal Vicepresidente generale del Cai Antonio Montani e da due guide professioniste.
Il Rifugio Capanna Regina Margherita rappresenta, simbolicamente ma non solo, il presidio alle alte quote più importante per il Club alpino italiano. Posto sulla più alta vetta della Valsesia, costruito nel 1893 e ristrutturato nel 1980, è il rifugio più alto d’Europa ed è anche un importante osservatorio fisico-meteorologico per la Regione Piemonte, oltre che laboratorio convenzionato con l’Università di Torino e sede di laboratori per ricerche mediche e scientifiche. La storia ebbe inizio il 14 luglio 1889 quando l’Assemblea dei delegati del Cai approvò il progetto di costruire una capanna oltre 4500 metri per “consentire ad alpinisti e scienziati maggior agio ai loro intenti in un ricovero elevatissimo”. Nel 1890 fu scelto il luogo, la Punta Gnifetti, e fu dato inizio ai lavori. La capanna, predisposta a valle, fu trasportata dapprima con i muli e poi a spalla, con un enorme lavoro a catena e montata sulla vetta. Il rifugio fu inaugurato il 4 settembre 1893. Qualche giorno prima, il 18 e 19 agosto, vi pernottò la Regina cui il rifugio era dedicato. Nel 1899 fu aggiunta la torretta destinata ad osservatorio meteorologico e nel 1903 a Londra il Consiglio Internazionale delle Accademie riconosceva la capanna Margherita istituzione di “utilità scientifica e meritevole di appoggio”. Oggi il rifugio è dotato di camere con letti a castello, sala bar/ristorante, bagni in comune, illuminazione elettrica, corrente 220v, accesso internet, spazi riservati ai laboratori scientifici e ai ricercatori, biblioteca. La Capanna Regina Margherita ha ottenuto nel 2002 la Certificazione UNI EN ISO 14001, che comprova il suo minimo impatto sull’ambiente circostante.