La serata organizzata dal Cai al Trento Film Festival ha rappresentato un inno alla frequentazione lenta del territorio. Al centro il Sentiero Italia CAI, con le guide ufficiali edite da Idea Montagna e lo speciale di Meridiani Montagne a esso dedicato
«Le guide ufficiali sul Sentiero Italia CAI, così come il numero speciale di Meridiani Montagne, sono delle vere pietre miliari, opere bellissime e tempestive. Averle a disposizione oggi, in un momento in cui molti, complice la pandemia, si stanno avvicinando al turismo lento e di scoperta, è davvero un fatto di cui rallegrarsi». A parlare è lo scrittore Erri De Luca, intervenuto ieri sera alla serata “Il fascino del lungo cammino”, organizzata dal Cai al Trento Film Festival.
Un evento, moderato da Anna Sustersic, che ha rappresentato un vero inno alla frequentazione lenta, prolungata nel tempo, non mordi e fuggi, della montagna. Una frequentazione che consente una scoperta continua di luoghi, paesaggi, ambienti naturali e culture, che variano mano a mano che si procede a piedi lungo i sentieri.
Il lavoro dei volontari per l’esistenza stessa dei sentieri
Sentieri, che come ha ricordato il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti in apertura, esistono grazie al lavoro di migliaia di volontari.
«Il Cai si occupa di 60.000 km di sentieri grazie al volontariato di migliaia di Soci che ne curano la manutenzione. Se non fosse per il loro impegno, i sentieri, vuoi per l’abbandono, vuoi per l’avanzare della natura, non sarebbero una realtà imprescindibile».
Torti si è poi soffermato sul Sentiero Italia CAI, che necessita di un impegno ancora maggiore:
«i suoi oltre 7200 km vanno curati metro per metro, illustrati e fatti conoscere. Non a caso sono usciti da poco la prima delle dodici guide ufficiali e lo speciale di Meridiani Montagne. Il Sentiero Italia CAI era un sogno, il voler ripristinarlo sembrava quasi una follia. Ma ora è una realtà, grazie all’impegno di tante appassionate e tanti appassionati. È stato un grosso impegno, ma ne è valsa la pena. Questo percorso ha una filosofia: il voler scoprire il nostro Paese con lentezza, con le sue montagne e le sue culture. In questo modo, ne sono certo, chi lo percorrerà potrà scoprire anche se stesso».
Il Presidente generale ha concluso l’intervento ricordando la volontà del Cai di far avvicinare le persone alla montagna con preparazione e consapevolezza («la sicurezza assoluta sulle Terre alte non esiste»), senza trascurare il fatto che le montagne sono abitate da una popolazione alla quale va assicurata la possibilità di restare nei luoghi dove ha scelto da vivere.
Avventura e scoperta sul Sentiero Italia CAI
Dell’importanza della manutenzione dei sentieri ha parlato anche il Vicepresidente generale Antonio Montani, che l’ha paragonata a una vera infrastruttura:
«la più importante, il primo vero elemento di cura di un territorio, che non necessita di un solo grammo di cemento. La manutenzione è il modo migliore per proporre il modello di sviluppo e di frequentazione turistica proprio del Club alpino italiano. Grazie a una costante manutenzione, il Sentiero Italia CAI può consentire a chi lo percorre di vivere avventure e scoperte. A mio giudizio questo vale anche per gli escursionisti più esperti. Nessuno infatti può battere il nostro Paese in termini di varietà ambientale e culturale, che può essere scoperta mano a mano nella percorrenza quotidiana».
Le guide ufficiali e lo speciale di Meridiani Montagne
Il direttore di Meridiani Montagne Paolo Paci e il direttore di Idea Montagna Francesco Cappellari, dopo aver raccontato le proprie esperienze personali di frequentatori delle Terre alte, sono entrati nel dettaglio dei loro prodotti editoriali dedicati al Sentiero Italia CAI. Paci ha ricordato come il numero speciale di Meridiani Montagne, nato dalla comunanza di valori con il Club alpino,
«non vuole raccogliere il meglio del SiCai. Lo possiamo definire un’antologia, che dà spazio a tutto lo stivale e alle isole».
Cappelari ha parlato dell’impegno nel selezionare i 25 autori delle guide ufficiali edite da Idea Montagna in collaborazione con il Cai.
«Sono persone che dovevano innanzitutto percorrere il Sentiero Italia, per poi saperlo raccontare. Abbiamo unito diverse personalità e diversi dialetti, confrontarsi con loro è stato piacevole e stimolante. Sono persone in grado di trasmettere l’attaccamento alla propria terra di origine e la passione del cammino».
L’intelligenza dei primi tracciatori dei sentieri
La serata, come accennato sopra, ha visto la partecipazione di Erri De Luca. A lui è spettato l’intervento di chiusura, durante il quale ha evidenziato l’intelligenza di chi ha tracciato i sentieri nei secoli passati. Sentieri che avevano la funzione di conssentire ai montanari gli spostamenti necessari alle loro attività.
«Oggi possiamo ripercorrere l’intelligenza di chi li ha tracciati per semplificare il più possibile la propria vita quotidiana, trovando la via più comoda e logica per andare da un punto a un altro. Attenzione però, la montagna non è un parco giochi, va percorsa con attenzione. Quando si vuole ammirare un panorama, ad esempio, bisogna fermarsi. In montagna siamo degli ospiti e dobbiamo muoverci come tali in questo ambiente così potente e magnifico».