L’antropologo e past president del Cai parte dai suoi ricordi di bambino per raccontare un luogo magico in cui natura e cultura sono in perfetto equilibrio Il libro sarà in libreria e su store.cai.it il 27 maggio con Ponte alle Grazie e Club alpino italiano. Il 26 maggio presentazione online in anteprima sui canali Cai
Gli antichi riti della transumanza, la bellezza operosa degli alpeggi, il respiro del bosco e della natura, il mondo della montagna attraverso il lavoro e gli animali. Sono questi i contenuti del libroUn’estate in alpeggio dell’antropologo Annibale Salsa, in uscita giovedì 27 maggio per la collana “Passi” di Ponte alle Grazie e Club alpino italiano.
Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, è il momento esatto in cui si segna il passaggio dal tempo ordinario dell’inverno al tempo straordinario dell’estate. Le mucche salgono in alpeggio per restarci fino a San Martino, in autunno. Sono mesi caratterizzati dallo sfalcio e dalla raccolta dei fieni, dalla monticazione del bestiame sui pascoli più alti, dalla preparazione del burro e del formaggio, dagli scambi attraverso i passi e i sentieri.
Un’estate in alpeggio è il racconto dei tre mesi in cui i proprietari di bestiame stazionano con i loro animali in montagna, intorno ai duemila metri, per permettere ai bovini di pascolare in alta quota.
Un’estate in alpeggio è il racconto dei tre mesi in cui i proprietari di bestiame stazionano con i loro animali in montagna, intorno ai duemila metri, per permettere ai bovini di pascolare in alta quota.
Nel libro Salsa, past president del Club alpino italiano, descrive l’alpeggio come uno spazio ristretto nel tempo breve di un’estate, ma uno spazio vastissimo nell’inanellarsi degli anni e uno spazio immenso se misurato seguendo le tracce lasciate dal filo rosso della memoria.
«Sono partito là dove nascono le Alpi, al confine tra Piemonte e Liguria, in un luogo familiare, circondato da gente a me conosciuta, più di sessant’anni fa. Sono partito con un piccolo zaino, otto mucche e l’idea che raggiungere la montagna avrebbe significato conquistare il mondo».
La montagna, per quel bambino di nome Annibale Salsa, ha la forma di un alpeggio e si chiama Conca del Prel. Lassù egli trascorre la prima di tante estati in compagnia dei malgari e dei ritmi sempre uguali della mungitura, del pascolo delle bovine, dei pasti consumati nel silenzio di un prato o davanti al fuoco della malga. Impara come nascono formaggi che danno il loro nome a vallate e montagne. Prova paure ancestrali (quella del temporale più di tutte) e sente crescere dentro di sé il legame con un mondo che è diventato il centro della sua vita e della sua professione di antropologo.
La montagna, per quel bambino di nome Annibale Salsa, ha la forma di un alpeggio e si chiama Conca del Prel. Lassù egli trascorre la prima di tante estati in compagnia dei malgari e dei ritmi sempre uguali della mungitura, del pascolo delle bovine, dei pasti consumati nel silenzio di un prato o davanti al fuoco della malga. Impara come nascono formaggi che danno il loro nome a vallate e montagne. Prova paure ancestrali (quella del temporale più di tutte) e sente crescere dentro di sé il legame con un mondo che è diventato il centro della sua vita e della sua professione di antropologo.
In questo libro l’antropologo è prodigo di informazioni e notizie preziose su tutto quanto costituisce, nella varietà di espressioni che assume nell’arco alpino, il patrimonio di saperi e di storie che ruota attorno al mondo dell’alpeggio. Ma a renderne davvero toccante la lettura è l’emozione profonda che lo percorre. C’è una prima volta per salire e una prima volta per scendere. O forse per non scendere mai più. «Ho vissuto il primo ritorno patendo la stretta feroce della nostalgia, un sentimento nuovo per il bambino che ero. Ma poi, solo ora posso dirlo veramente, non mi sono più fermato. In un certo senso, non sono mai tornato dalla Conca del Prel».
L’alpeggio viene dunque tratteggiato come un luogo magico in cui natura e cultura sono in perfetto equilibrio.
«Annibale Salsa ci offre un libro intenso, nutrito dal ricordo dell’infanzia e sostanziato dal sapere dello studioso», afferma Alessandro Pastore, presidente del Centro operativo editoriale del Cai. «Vi si intrecciano la dimensione autobiografica, la conoscenza piena della vita di alpeggio, la visione consapevole del mondo animale e vegetale della montagna. Un’occasione da non perdere per conoscere e per riflettere sul legame profondo l’uomo e l’ambiente alpino».
Annibale Salsa presenterà in anteprima il libro mercoledì 26 maggio alle 19 in diretta sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Club alpino italiano, nell’ambito della rassegna online “Montagna da leggere”. Dialogheranno con l’autore il direttore di Montagne360 e de Lo Scarpone Luca Calzolari e il giornalista Roberto Mantovani.
Un’estate in alpeggio (160 pagine, brossura con alette, 13,7×20,5 cm) è acquistabile in libreria al prezzo di 14 euro dal 27 maggio. I Soci Cai potranno acquistarlo a prezzo scontato su store.cai.it
ANNIBALE SALSA
È nato a Lavagnola, nell’entroterra di Savona davanti al Mar Ligure, ma ha sempre puntato lo sguardo alle sue spalle, verso i monti, in cima a quegli alpeggi in cui parte della sua famiglia ha consumato una intera esistenza. È per questo che è diventato il più importante antropologo alpino italiano. Ha insegnato Antropologia filosofica e Antropologia culturale all’Università di Genova. È stato Presidente generale del Club alpino italiano e del Gruppo di lavoro «Popolazione e cultura» della Convenzione delle Alpi. Attualmente è Presidente della Scuola per il Governo del territorio e del Paesaggio di Trento.