Il numero di marzo di Montagne360 approfondisce i significati e i riflessi dell’impresa nepalese dello scorso gennai. Il focus è dedicato allo scialpinismo, con proposte di itinerari dall’Alto Adige all’Abruzzo
È dedicata alla storica impresa dei dieci alpinisti nepalesi che hanno firmato la prima invernale sul K2 (nove sherpa e un magar) la copertina del numero di marzo della rivista del Club alpino italiano Montagne360.
Un numero nel quale viene approfondito il significato dell’impresa del 16 gennaio scorso, che ha rappresentato la fine di un percorso iniziato sulle montagne himalayane nei primissimi decenni del Novecento. Un percorso che ha visto gli Sherpa abbandonare il ruolo di portatori per assumere quello di protagonisti dell’himalaysmo invernale. L’articolo invita a riflettere anche su altri aspetti, come l’uso dell’ossigeno (solo Nirmal Purja è salito senza bombole) e la comunicazione, visto il racconto tempo reale che è stato fatto della spedizione, come avviene per gli alpinisti occidentali. M360 infine ragiona con l’antropologa Hildegard Diemberger sui riflessi socio-culturali di questa prima invernale sulla comunità sherpa.
L’alpinismo non si ferma al K2: su questo numero viene ripercorso il primo tentativo di salita sull’Everest di cento anni fa, che vide George Mallory e la sua squadra riuscire a raggiungere il Colle Nord, a 7021 metri. I lettori troveranno poi il ritratto di Cesare Maestri, uno dei più grandi scalatori italiani tra il Secondo dopoguerra e gli anni Settanta, scomparso il 19 gennaio scorso, e quello Pier Luigi Airoldi, 90 anni quest’anno. Airoldi è l’unico componente ancora in vita della storica salita sul McKinley del 1961, compiuta con Riccardo Cassin, Gigi Alippi, Jack Canali, Romano Perego, Annibale Zucchi. Con i suoi 6190 metri, il McKinley è la montagna più alta dell’America settentrionale.
Il focus del mese è dedicato allo “sci come una volta”, con la proposta di una rosa di itinerari scialpinistici. «Lo scialpinismo e lo ski spirit sono il canto libero di chi vive a fondo la montagna», scrive il direttore di M360 Luca Calzolari. «La neve che amiamo è quella su cui scivoliamo in territorio aperto, in cui ritroviamo noi stessi, rispettando l’ambiente. E questi tempi stanno mettendo sempre di più in risalto l’importanza e la bellezza di vivere la montagna uscendo dalla monocultura dello sci alpino. Con lo scialpinismo, come ben sappiamo, ci siamo noi, i nostri compagni, gli sci, le pelli di foca e le montagne. Bianche, luminose, bellissime».
Gli itinerari proposti spaziano dalla Valle Aurina in Alto Adige, in grado di soddisfare anche gli scialpinisti più esigenti, alla Svizzera, con la magia del Grand Combin, un percorso impegnativo che include tre cime sopra i 4000 metri. Fino ad arrivare al Gran Sasso, con la Traversata bassa e la Traversata alta, due “classiche”, tra le più belle e divertenti che l’Abruzzo può offrire.
Gli itinerari proposti spaziano dalla Valle Aurina in Alto Adige, in grado di soddisfare anche gli scialpinisti più esigenti, alla Svizzera, con la magia del Grand Combin, un percorso impegnativo che include tre cime sopra i 4000 metri. Fino ad arrivare al Gran Sasso, con la Traversata bassa e la Traversata alta, due “classiche”, tra le più belle e divertenti che l’Abruzzo può offrire.
Tornando in Asia, in un’intervista la guida alpina Michele Cucchi racconta l’ultimo viaggio umanitario della sua associazione (Cuore Attivo Monte Rosa), con la quale ha consegnato 18 tonnellate di aiuti alimentari agli abitanti di 28 villaggi delle valli pakistane. Carlo Alberto Pinelli presenta invece la nuova spedizione di Mountain Wilderness sulle montagne dello Swat (sempre in Pakistan), che prevede un trekking su itinerari mai completamente percorsi. L’intento è infatti realizzare una guida alpinistico-escursionistica e promuovere l’istituzione di un’area protetta.
M360 riserva il consueto spazio alla speleologia, con le nuove scoperte nella Grotta di Monte Cucco e la possibilità di approfondire consultando online i testi e le immagini storiche dei pionieri della disciplina.
Il numero ospita infine la storia di Carlo Galgani, l’ultimo di una lunga discendenza di fabbri a Pie Lucese e l’incontro con Ugo Ghilardi, escursionista e gran camminatore, fatto sulle Terre alte da uno degli autori delle guide sul Sentiero Italia CAI.
Il portfolio fotografico raccoglie una carrellata di immagini, in bilico tra inverno e primavera, scattate sui Monti della Laga da Maurizio Bolognini.
Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di marzo, che anche questo mese, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile on line a questo indirizzo.