Responsabilità e prudenza nella Fase 2 in montagna

Ieri si è tenuta la seconda conversazione in diretta Instagram tra l’alpinista Barmasse e il Presidente generale del Cai Torti: dai nostri comportamenti di adesso dipenderanno le prossime ulteriori aperture.

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“Quello che dal 4 maggio è consentito praticare è un’attività sportiva o motoria individuale o insieme a una persona convivente, sempre nel rispetto di distanze e, in alcune regioni come Lombardia e Piemonte, con le mascherine. Il punto importante è che, in risposta al quesito della lettera che ho mandato i giorni scorsi al Presidente del Consiglio Conte, l’attività sportiva o motoria in questione  può essere praticata con l’unico limite territoriale della regione in cui ci si trova. Altro aspetto importante è che si potrà raggiungere la località nella quale praticarla con mezzi pubblici o mezzi propri”. Con queste parole il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti ha iniziato, ieri, la seconda conversazione in diretta Instagram con l’alpinista valdostano Hervé Barmasse.

Torti ha subito precisato: “attività motoria in montagna significa per molti escursionismo, ma attenzione: non andiamo a trascorrere una giornata in montagna, andiamo per il tempo necessario all’attività sportiva o motoria e poi torniamo a casa. Questa è la chiave di lettura corretta in questo momento relativamente a quello che è possibile fare sulle Terre alte nella cosiddetta Fase 2”.

Hervé ha ricordato al pubblico collegato che quanto detto da Torti è frutto di “una settimana di lavoro, ti sei sentito con l’Avvocatura dello Stato, dunque sono le informazioni più attendibili. Sta nel nostro buon senso interpretare e rispettare le regole, perché altrimenti arriveremo al 18 maggio e, al posto di avere un’ulteriore apertura, rischiamo di avere una chiusura. Sono contento che il Cai si sia mosso, con le Guide alpine, nel modo più corretto: con poche parole, ma sempre lavorando per avere dei fatti e delle risposte”.

Il Presidente generale ha tenuto molto a fare chiarezza su un punto così importante per gli appassionati: “nelle prossime due settimane abbiamo da giocare la carta della prudenza, perché da essa dipende l’arrivo di una fase di maggiore apertura e, conseguentemente, l’opportunità di andare verso una stagione in cui potremo fare ciò che desideriamo da tanto tempo”.

Dunque responsabilità e prudenza sono le parole chiave con cui tornare in montagna nella Fase2. Tenendo inoltre conto delle maggiori restrizioni in alcuni comuni o regioni, come ha ricordato Torti nella conversazione con Barmasse. “Molti sindaci  di località di montagna hanno fatto presente che questo primo periodo servirà innanzitutto per la manutenzione dei sentieri, altrimenti specialmente i meno avvezzi alla frequentazione dei sentieri andrebbero incontro a rischi e pericoli ulteriori”.

Durante la diretta sono arrivate molte domande relative a cosa si potrà fare il 18 maggio. Barmasse, ricordando innanzitutto che in questo momento bisogna correre il minor rischio possibile in caso di escursione, sostiene che è prematuro parlare delle prossime fasi adesso. Torti è stato naturalmente d’accordo: “adesso abbiamo l’occasione preziosa di attivarci con giudizio, queste due settimane sono significative. Il richiamo all’autoresponsabilità che il Cai sempre ribadisce, a cominciare dal Bidecalogo, significa libertà nella frequentazione, ma con dei limiti. Siamo stati fermi parecchio, adesso abbiamo due buone settimane per allenarci. La speranza è che, attraverso i nostri buoni comportamenti in questo periodo di rodaggio, il 18 maggio si possa guardare con maggiore apertura alla nuova stagione”.

Oltre alla responsabilità, anche il tema della sicurezza è fondamentale, come ha sottolineato Torti: “su diverse zone montane è scesa la neve negli ultimi giorni, quindi la situazione è da approcciare con cautela. Consideriamo questa fase un momento di ripresa di attività e allenamento per essere pronti quando ci sarà non il liberi tutti, ma, come ho già detto, l’occasione di un ritorno a una montagna meno conosciuta, meno frequentata e meno ripetitiva”.

Un altro argomento affrontato riguarda l’arrampicata, per cui valgono le stesse regole: individualità (al massimo in compagnia del convivente) e attenzione a restrizioni locali maggiori. Dunque, anche in questo caso, estrema prudenza e responsabilità, tenuto conto del fatto, ricorda Torti, che “siccome un eventuale infortunio produrrebbe molte più criticità rispetto a una situazione normale, evitiamo di andarci a mettere in condizioni di creare disagi per un eventuale intervento di soccorso”.

Per quanto riguarda i rifugi, aspetto a cui Torti tiene molto, la situazione è questa: “è indubitabile che i rifugi alpini e appenninici abbiano bisogno di avere adeguate manutenzioni in vista dell’estate. Di conseguenza i rifugisti e i nostri volontari delle Sezioni hanno necessità di un periodo nel quale poter accedere in modo che, quando le disposizioni del Governo lo consentiranno, i nostri rifugi possano garantire un’accoglienza non subordinata solo al distanziamento e a tutte le regole di comportamento, ma anche alla sanificazione degli ambienti”.

La conversazione on line si è conclusa parlando dell’autocertificazione: “su quella nuova non c’è lo spazio dedicato all’attività motoria”, ha precisato il presidente del Cai. “La mancanza di questa indicazione è semplicemente legata al fatto che, mentre devono essere comprovate le ragioni di spostamento per motivi di salute, lavoro o visita ai congiunti, l’attività motoria e sportiva è sempre consentita”.

Lorenzo Arduini

Qui sotto è possibile rivedere la diretta Instagram

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