Domenica 26 aprile una retrospettiva storica che sarà un viaggio imperdibile attraverso sei pellicole dedicate al mondo verticale e alla storia dell’alpinismo. La mini rassegna concluderà la programmazione settimanale de “La montagna a casa”.
Una domenica che sarà un viaggio nella storia del cinema di montagna, un regalo che farà il Club alpino italiano a tutti i suoi Soci e agli appassionati e cinefili che potranno scoprire alcuni film che hanno scritto la storia della cinematografia delle terre alte. È questa l’importante novità della nuova settimana della rassegna “La montagna a casa” organizzata dal Cai in collaborazione con il Museo Nazionale della Montagna di Torino, con Sondrio Festival – Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi – e Parco dello Stelvio.
Domenica 26 aprile si inizierà alle 15.00 con una retrospettiva di sei film storici della Cineteca storica e Videoteca del Museo Nazionale della Montagna, un omaggio al cammino percorso dalle pellicole del mondo verticale e dalla storia dell’alpinismo. Sul canale Youtube del Cai sarà “proiettato” il primo film di alpinismo della storia, Cervino 1901, la cui attribuzione (ma anche la datazione) ha costituito a lungo argomento di contesa e solo di recente ha trovato una spiegazione convincente. Seguirà Maratona Bianca, girato nel 1935 e dedicato a una delle prime edizioni del Trofeo Mezzalama e ad alcuni dei suoi protagonisti più famosi, Giusto Gervasutti, Paula Wiesinger e le guide della Valtournenche. Del 1957 è invece il cortometraggio Punte d’acciaio nella fucina dei Grivel, di Mario Fantin girato a Courmayeur nella fucina dei fratelli Grivel, già a quel tempo, come riporta l’articolo sul numero di Montagne360 (scaricabile on line da oggi) all’avanguardia nella progettazione e nella fabbricazione dell’attrezzatura metallica per l’alpinismo (piccozze, chiodi e ramponi). Un salto nel 1985 ci conduce alle prime gare di arrampicata a Bardonecchia con Fino all’ultimo spit – In arrampicata sportiva, e a una fiction di poco successiva, ambientata nella stagione dell’arrampicata, Black out. Da ultimo, la narrazione contenuta in Finis Terrae – La libertà di esplorare, rappresenta un ritorno alle grandi esplorazioni montane del passato, nel ricordo di padre Alberto Maria De Agostini, con la partecipazione di Walter Bonatti, che della Patagonia e della Terra del Fuoco fece una delle regioni d’elezione della sua attività.
Ma la settimana riserverà altri momenti da segnarsi in agenda: giovedì 23 aprile un doppio appuntamento con Ciapin – Passi scolpiti nel vento (ore 21.00) e Echilibru – Nella pelle dell’orso (ore 21:30): il primo è dedicato alla figura di Daniele Chiappa, alpinista con una passione e una dedizione che lo porterà a migliorare e rivoluzionare il Soccorso Alpino. Il secondo film, vincitore del Premio Speciale Renata Viviana all’ultimo Sondrio Festival, è un monologo di un orso che si rivolge all’uomo e gli spiega che prima o poi i loro percorsi si incontreranno, nonostante l’animale faccia di tutto per costruire delle barriere.
Grande appuntamento anche quello di sabato 25 aprile alle 21.00 con Il ghepardo asiatico dell’Iran, che ha vinto la 33a edizione del Sondrio Festival nel 2019, documentario che analizza la situazione attuale di questo magnifico animale in via di estinzione, simbolo dell’Iran, ormai ridotto a meno di cinquanta esemplari. Nel film anche le difficoltà che gli attivisti stanno incontrando per mantenerlo in vita.
Infine venerdì 24 sarà il turno di Itaca nel sole. Cercando Gian Piero Motti, che presenta l’omonima via di arrampicata aperta sulle pareti di granito della Valle dell’Orco, legata all’alpinista, scrittore e filosofo della montagna Gian Piero Motti, e quello di domenica 26 aprile con Storie di pietre, dedicato al post terremoto in Umbria, vicino a Norcia.