Il numero di marzo di “Montagne 360” è dedicato a ski spirit, scialpinismo e sciescursionismo in una montagna che cambia. Inoltre racconti di avventure escursionistiche, nuovi itinerari alpinistici e un approfondimento sui frequentatori over 65.
La neve rappresenta un elemento identificativo tipico della montagna. Un fascino senza tempo per gli appassionati delle Terre alte nella stagione invernale, che va oltre la bellezza, la luce, il colore e lo sport. Ma purtroppo capita sempre più spesso di fare i conti con la scarsità (o la totale assenza) di neve. Una variazione climatica non casuale che si fa sentire, sia nei lontani ghiacciai dell’Antartide, sia sulle nostre montagne.
Scrive così il direttore della rivista del CAI Montagne360, Luca Calzolari, sul numero di marzo (in questi giorni in edicola e a casa dei Soci), per introdurre gli articoli su “Ski spirit, scialpinismo e sciescursionismo in una montagna che cambia”. Uno speciale che, prima di immergere il lettore in bellissimi itinerari scialpinistici e fuoripista, propone un approfondimento su come la crisi climatica stia cambiando la montagna innevata, e quali riflessi tutto ciò ha per lo scialpinismo.
In particolare viene affrontato il tema della prevenzione in relazione ai mutamenti climatici che, interessando forma e struttura delle montagne, danno vita a nuovi rischi, riguardanti soprattutto le valanghe. Si possono trovare, infatti, temperature primaverili in alta quota nonostante il pieno inverno, dunque è sempre utile portare sempre con sé un’attrezzatura adeguata come i ramponi. Contemporaneamente durante la primavera è necessaria una buona capacità di valutazione locale delle condizioni di pericolo, per evitare il rischio di valanghe a lastroni, fenomeno caratteristico della stagione invernale. In conclusione, la pratica dell’alta montagna in anticipo può far sottovalutare altri aspetti che fanno parte del rischio, come l’allenamento non adeguato, le basse temperature, le ore di luce ridotte. Capacità di analisi, tattica e performance diventano fondamentali.
Viene poi offerto un bel ritratto del ‘padre’ dello scialpinismo (Toni Gobbi), con la mostra allestita a Courmayeur, curata dal figlio Gioachino, che lo ricorda nel cinquantenario della morte. Nelle pagine seguenti ci spostiamo nel cuore delle austriache Alpi di Stubai, con tre proposte scialpinistiche alla portata di molti, e sulle Prealpi venete, dove è nata la pratica dello sci escursionismo. Ai lettori viene inoltre presentato lo “sky fitness”, ribattezzato in Italia “scialpistismo”, ossia la pratica di risalire le piste da sci con l’attrezzatura da scialpinismo. In Svizzera si sono attrezzati con un comprensorio apposito. Anche il portfolio fotografico di questo numero è dedicato alla neve, nello specifico a quella di primavera, con una selezione di scatti tratti da Ski de printemps, scritto da Jacques Dieterlen e pubblicato in Francia nel 1937, ora proposto per la prima volta in lingua italiana da Edizioni del Gran Sasso. Parla della gioia profonda che lega gli appassionati di montagna e lo scialpinismo.
Nell’editoriale il Presidente generale Vincenzo Torti ricorda con affetto e gratitudine Gabriele Bianchi, scomparso per una grave patologia alla fine di gennaio: “Socio dalla nascita, aveva ricoperto cariche via via più prestigiose sino alla presidenza generale. Apparentemente ci ha lasciati, ma ne conserviamo gelosamente l’esempio di generosa umanità, di impegno instancabile e di grande coraggio sino all’ultimo”.
Oltre al tema neve, M360 ospita il racconto dell’anno in cammino di Anna Rastello, che ha percorso 11.275 km insieme a Riccardo Carnovalini in diversi Paesi europei, e presenta il progetto “Twin” (cofinanziato dal CAI), uno dei sette premiati con il “Polisocial Award 2019”. L’intento è supportare la rigenerazione territoriale delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto e creare lo sviluppo di economie legate al turismo sostenibile, grazie, in particolare, al ripristinato Sentiero Italia CAI.
Per quanto riguarda l’alpinismo, un articolo è dedicato all’apertura di una nuova via per la vetta del Mucrone, effettuata da Stefano Perrone e Michele Zanotti. La nuova linea, che si trova sulla parete est, è stata dedicata all’Unesco, che recentemente ha riconosciuto Biella “Città Creativa” e l’alpinismo Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Un secondo contributo, intitolato “Cartoline dal Sorapiss”, presenta un percorso alpinistico in quota, definito una “grandiosa cavalcata di roccia”.
Due “pezzi” sono infine dedicati ai frequentatori della montagna più anziani – in costante crescita all’interno del CAI – presentati come un valore aggiunto, ai quali va dedicata una specifica formazione. Importanti anche le valutazioni e i suggerimenti specifici per chi va in montagna dopo i 65 anni, dal riscaldamento all’alimentazione.
Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo CAI completano come sempre il numero di marzo, in tutte le edicole a 3,90 euro.