Oggi si sono tenuti gli Stati Generali della Montagna, ai quali ha partecipato il Vicepresidente Cai Erminio Quartiani: “la montagna non va vista come ambito marginale, ma come un’emergenza del Paese da trasformare in valorizzazione del territorio”.
“Il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia oggi ha affermato che è necessario adottare una strategia per le montagna in ambito europeo, esattamente come già avviene per le aree marine. L’Italia si deve dunque impegnare per fare in modo che questo avvenga. Su questi punti come Cai abbiamo sempre insistito nel sostenere che nelle aree montane il mercato tende a fallire, di conseguenza è necessario un intervento pubblico per garantire servizi quali presidi sanitari, scuole e trasporti. Altro tema molto importante è il digital divide: le risorse in capo alle società pubbliche che si occupano di connettività devono essere investite prioritariamente nelle aree interne e montane”.
Queste le parole del Vicepresidente generale del Cai Erminio Quartiani, dopo la partecipazione, questa mattina a Roma, agli Stati Generali della Montagna, indetti dal Ministro. Un evento che ha voluto rappresentare un punto di attenzione e di rilancio delle aree montane del nostro Paese.
I dati degli ultimi cinque anni sottolineano che nelle aree montane si è riattivato un processo di spopolamento, non solo nell’Appennino ma anche in certe aree alpine. Questo rappresenta una controtendenza rispetto a quanto avvenuto all’inizio degli anni 2000, dove si erano registrati dati demografici lievemente positivi, grazie all’immigrazione e, in misura molto minore, ai cosiddetti ritornanti. Questi processi non sono stati sufficienti, e non lo saranno in futuro, per colmare lo spopolamento, dovuto in particolare al fatto che le aree montane, come è stato ricordato oggi, in molti casi non sono in grado di garantire un livello di servizi (e di conseguenza di vita) ritenuti accettabili dai residenti.
Dunque, servizi, infrastrutture e abbattimento del digital divide sono le chiavi per contrastare lo spopolamento, come ha ribadito Quartiani, che ha ricordato inoltre l’importanza della richiesta di una fiscalità di vantaggio proveniente dai portatori di interesse che fanno impresa nelle Terre alte.
“Sono tutti temi che il Cai contribuisce ad affrontare e a elaborare, con proposte concrete che auspichiamo escano dal Congresso nazionale, in programma a Roma il prossimo novembre, che sarà incentrato proprio sul rilancio della montanità”, continua Quartiani. “Un Congresso che precederà solo di un mese i prossimi Stati Generali della Montagna, nei quali si discuterà l’implementazione e il finanziamento di un Fondo per la Montagna”.
Il Vicepresidente del Sodalizio conclude evidenziando il ruolo importante che il Cai vuole rivestire in questo lavoro, “ma non in modo acritico: purtroppo si continua ad vedere la montagna come un ambito di marginalità e non come un’emergenza del Paese che va ricondotta a una condizione di valorizzazione del territorio. Se si pensa alla montagna solo in termini di mercato, non c’è possibilità di un suo sviluppo sostenibile. Il settore pubblico deve saper operare al fianco dei privati per reperire risorse e investimenti che consentano alle aree montane di svilupparsi compatibilmente alle esigenze di salvaguardia di natura e biodiversità. Per il Cai non ci può essere montagna senza presenza dell’uomo. La montagna abitata è la finalità di tutti i progetti che stiamo portando avanti, come il Sentiero Italia, i Villaggi degli Alpinisti e la Casa della Montagna di Amatrice”.
Lorenzo Arduini