Un anno da Vaia: per il Cai serve una governance d’insieme per la tutela dei boschi

La Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano ha redatto un documento che sottolinea l’urgenza di investire in ricerca e sperimentazione per affrontare i cambiamenti climatici e valorizzare l’intera filiera legno legata a una gestione sostenibile delle foreste.

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Un documento che chiede attenzione al bosco e a ciò che rappresenta, anche nei servizi ecosistemici da riconoscere, nello spopolamento e abbandono da contrastare e nel dissesto da contenere, e sottolinea l’urgenza una visione condivisa della politiche di pianificazione e gestione della risorsa forestale delle e per le Terre Alte. Una visione comprensiva della loro cultura, dei loro prodotti, dell’ambiente, del paesaggio, delle unicità e delle risorse durature che ogni valle può vantare.

Questo, in sintesi, il contenuto del testo redatto dalla Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del CAI dopo la prima edizione dell’evento nazionale “Prendersi cura della montagna – Buone pratiche di attenzione al cambiamento”, organizzato gli scorsi 19 e 20 ottobre a Vittorio Veneto (TV) e nella Foresta del Cansiglio, a un anno dalla Tempesta Vaia.

Come premessa, il documento ribadisce che i boschi d’Italia sono sistemi complessi, scrigno di biodiversità, risorsa della biosfera, vulnerabili all’emergenza climatica e determinanti per il futuro delle prossime generazioni. La frequenza degli eventi meteo estremi è crescente e ha evidenziato una fragilità intrinseca degli ecosistemi forestali, anche quelli meglio gestiti d’Italia. All’eccezionalità si aggiunge il cambiamento lento e progressivo dei loro componenti, con spostamenti verso latitudini e altitudini maggiori. II bosco e ciò che produce rappresentano oggi un incommensurabile valore per la lotta al cambiamento climatico, in quanto serbatoio di anidride carbonica (CO2).Il testo sottolinea poi le criticità legate alla distanza tra la produzione legnosa italiana e le richieste del mercato della filiera legno (che in molti casi si rivolge all’estero per qualità e costi), che danneggia possibili filiere economiche significative per la montagna nostrana. Le popolazioni residenti in montagna di contro, che svolgono la fondamentale funzione di presidio del territorio, sovente in una situazione socio-economica di marginalità, hanno bisogno anche dell’economia legata al bosco. Lo spopolamento e l’abbandono di parte del territorio montano, con la diminuzione della popolazione lavorativa attiva, hanno invece portato alla progressiva perdita delle pratiche selvicolturali in molte aree.

Detto ciò, la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del CAI, riconoscendo l’esistenza di questo patrimonio forestale, della sua valenza strategica per la montagna italiana e del bisogno di salvaguardia delle “foreste vetuste” (con il loro fascino, bellezza, ed emozione che suscitano), ha espresso, in primis, l’urgenza di una governance d’insieme, che superi il localismo e che consideri esperienza ed eventi europei e globali degli ultimi decenni, e la necessità di considerare le competenze tecniche e culturali e la legislazione esistente con la consapevolezza di un loro costante adeguamento e miglioramento.
Segue l’urgenza di investire in ricerca e sperimentazione, per individuare e sostenere le modalità gestionali idonee ad affrontare e prevenire una situazione di cambiamento climatico, di collegare gestione e cultura del bosco al ritorno di forza lavorativa giovane in montagna, di valorizzare (se non ripristinare) l’intera filiera legno legata a una gestione sostenibile e certificata della superficie forestale montana. Inoltre la Commissione del CAI sollecita il riconoscimento dei Servizi ecosistemici forniti dalla montagna (di cui al collegato ambientale della Legge 221/2015) e la promozione, principalmente verso i giovani e il mondo della scuola, di attività conoscitive, educative, di studio, di avvicinamento alla montagna e di riduzione dell’inquinamento, che interessino il bosco e le sue pertinenze.

“E’ necessario un impegno sempre maggiore del Governo, delle Regioni e dei Comuni per il raggiungimento di questi obiettividi valorizzazione del territorio montano. In tal senso il CAI è impegnato direttamente all’interno dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, con gli obiettivi strategici di Agenda 2030 e i punti della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), nonché della Convenzione delle Alpi che è legge europea”, afferma il Presidente della CCTAM del CAI Filippo Di Donato. “E’ indispensabile una governance d’insieme del bosco, con più coscienza dei problemi ambientali e più considerazione del valore d’insieme, attenti alle derive nell’uso delle foreste a fini energetici. Fareinformazione, educazione e formazione per guardare al futuro, interessare giovani e mondo della scuola. Questo è un impegno del CAI in linea con gli obiettivi di Agenda 2030, della CETS e della Convenzione delle Alpi”.

Per informazioni: www.cai-tam.it 

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