Concluso oggi il Raduno dell’Alpinismo giovanile del Club alpino italiano “Una montagna di amicizia”. 120 partecipanti da cinque regioni italiane.
Il programma ha previsto un’escursione lungo l’Anello alto di Cardito, con il gruppo che ha percorso la Valle di Cardito in un ambiente di altopiano aperto con splendida vista sui Monti della Laga. Bambini, ragazzi e Accompagnatori hanno raggiunto la tondeggiante sommità del Monte Cardito, con uno splendido panorama sul Lago di Campotosto con, sullo sfondo, il massiccio del Gran Sasso. Qui, tenendosi per mano, giovani e meno giovani hanno formato un grande cerchio che, come ha affermato la Vicepresidente del CAI Amatrice Catia Clementi, “è stata l’immagine più bella che potevamo lasciare di questa esperienza: un’immagine a 360° che unisce tutte queste montagne, dalla Laga al Gran Sasso e ai Sibilllini, abbracciando idealmente tutto il Centro Italia. La presenza di questi ragazzi unisce simbolicamente i giovani appassionati di montagna di tutta Italia”. Questo itinerario, dove per centinaia di anni hanno transitato pecore, greggi e carbonai, è stato il primo a essere percorso dai ragazzi dell’Alpinismo giovanile del CAI Amatrice dopo il terremoto.Graditissime anche le visite all’oasi naturalistica Orie Terme e al Museo delle tradizioni di Configno. L’oasi, 15 ettari dove vivono in libertà una colonia di daini e sei cervi, ha consentito ai presenti di immergersi tra faggi e querce, anche secolari, trasmettendo loro l’importanza del rispetto della natura. Daini e cervi si sono anche fatti vedere tra prati e alberi, per l’entusiasmo dei più giovani. Il museo, l’unica attrazione culturale agibile ad Amatrice dopo il terremoto, dal canto suo, ha permesso di venire a contatto con i modi di vita e il lavoro degli abitanti della zona di un tempo.
Anche il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti (rappresentato ad Amatrice dal Consigliere centrale Alleris Pizzut) ha voluto mandare un messaggio di saluto ai giovanissimi escursionisti e ai loro Accompagnatori: “questo raduno rappresenta un’occasione di riconoscenza per una pregressa ospitalità ricevuta da amatriciani, ascolani e maceratesi e, al contempo, di valorizzazione di uno splendido territorio che è nel cuore di tutto il Sodalizio per le ferite occorse e che, grazie anche a manifestazioni come questa, può e deve ritrovare entusiasmo ed energia per il futuro”.
A dimostrazione del legame ormai consolidato tra le Sezioni organizzatrici e quelle ospitate, sono stati diversi i doni simbolici e i messaggi scambiati in questi giorni. Uno per tutti i tre mattoni, simbolo di ricostruzione, regalati dal CAI San Donà di Piave ad amatriciani, ascolani e maceratesi, sui quali era scritto il seguente messaggio: “Travolti dalle scosse dell’incertezza i vostri sogni hanno teso le braccia per fermare la Terra. La pietra irrigidisce i vostri sogni, non irrigidisce i nostri cuori per esservi sempre vicini”.
Il raduno si è concluso con i saluti del Vicesindaco Massimo Bufacchi, all’interno della stanza che ospita il plastico di Amatrice all’interno della sede comunale provvisoria, e con il passaggio nei pressi del cantiere della Casa della Montagna.
Il gruppo è stato ospitato nei locali della Scuola Trentino, che, afferma la Clementi, “ha contribuito a darci la motivazione e la forza per convincerci che non tutto è perduto, per ripartire. Ora che è stata inaugurata la nuova scuola, questa struttura dovrà diventare un punto di accoglienza stabile”.
Per tutti gli organizzatori l’intensità dell’esperienza, l’amicizia tra i ragazzi, la possibilità di veicolare loro messaggi e insegnamenti importanti, ha ripagato tutti gli sforzi per dare vita a questo evento.