Gli insegnanti a lezione di ambiente con il CAI

Tra la fine di aprile e il primo maggio decine di docenti delle scuole italiane parteciperanno ai corsi nazionali “Le lagune altoadriatiche, tra le Alpi e il Mare, tra il Passato e il Presente” e “Le Grotte della Gola di Frasassi – Un viaggio nel cuore della montagna”.

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Questa primavera gli insegnanti delle scuole italiane tornano a lezione dal Club alpino italiano, tra le lagune altoadriatiche e le Grotte di Frasassi: sono infatti due i corsi di formazione per docenti che il CAI organizza tra la fine di aprile e il primo maggio.

Dal 24 al 28 aprile a Cavallino Treporti (VE), laguna a nord di Venezia, bene Unesco, si terrà il 36° Corso nazionale Le lagune altoadriatiche, tra le Alpi e il Mare, tra il Passato e il Presente, al quale parteciperanno 63 insegnanti di scuola primaria e secondaria (primo e secondo grado) provenienti da 15 diverse regioni.
Curata dal CAI Veneto (con il suo Comitato scientifico) e dalla Sezione di Mestre (in collaborazione con il CNR – Istituto di Scienze Marine di Venezia, la Società Veneziana di Scienze Naturali-APS e l’Associazione Naturalistica Sandonatese), l’iniziativa formativa si concentrerà sulla Laguna di Venezia,resa unica da una gestione dell’uomo che, nell’ultimo millennio, guidata da una cultura peculiare per la quale l’acqua rappresentava il connettivo territoriale, ne ha orientato l’evoluzione in senso stabilizzante. Nel Novecento si è imposta invece una visione dominata da aggressioni snaturanti, tuttora riproposte, irrispettose dei valori naturali e storici e della stessa identità lagunare.

L’obiettivo del CAI è tramettere ai docenti (e di conseguenza i bambini e i ragazzi) l’importanza della conoscenza e del rispetto della realtà ambientale, nei suoi valori naturali e storici e nel rapporto con l’attività umana compatibile.
“La singolare collocazione di questa esperienza formativa, ben lontana dal consueto scenario montano, trova in realtà ragione, al di là di un diffuso interesse per l’ambiente nel suo senso più ampio, proprio del Club Alpino Italiano, da un collegamento ideale tra le Dolomiti, nate nel mare ed innalzate dai sollevamenti della tettonica nelle mirabili forme a tutte ben note, e i litorali adriatici, formati dalla disgregazione della roccia calcarea che torna a farsi sabbia”, afferma il coordinatore del Gruppo CAI-Scuola Francesco Carrer. “Sono proprio i detriti sottili, staccati dalle pareti calcaree e trasportati dalle acque sotto forma di sabbie fini, a formare i cordoni litoranei altoadriatici che racchiudono gli specchi lagunari. Si tratta quindi di una divagazione già prevista nel macroprogetto di formazione docenti che unisce genesi e disfacimento delle nostre montagne più belle e congiunge materialmente due riconoscimenti UNESCO, quello assegnato a Venezia e alla laguna di Venezia nel 1987 e quello delle Dolomiti del 2009″.

Spostandoci nelle Marche, dal 27 aprile al primo maggio a San Vittore di Genga – Frasassi (AN)29 insegnanti di scuola secondaria (primo e secondo grado) da 11 regioni parteciperanno al 37° Corso nazionale Le Grotte della Gola di Frasassi – Un viaggio nel cuore della montagna. Organizza la Commissione centrale speleologia e torrentismo del CAI, in collaborazione con il Gruppo regionale Marche (con la sua commissione speleologica), il Consorzio di Frasassi e il Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi.
La Gola di Frasassi e le sue numerose grotte rappresentano un luogo unico dove il mondo minerale delle rocce calcaree interagisce da centinaia di migliaia di anni, attraverso le acque, con le forme viventi per formare un incredibile sistema carsico. Visitare una grotta rappresenta un’esperienza emozionale coinvolgente che permette di sviluppare conoscenza del mondo naturale in persone di tutte le età. Il corso si svilupperà anche attraverso esperienze dirette con osservazione dei fenomeni naturali lungo facili percorsi. Gli insediamenti paleolotici scoperti in alcune grotte consentiranno inoltre di affrontare temi antropici e antropologici legati al mondo ipogeo.

Tra gli obiettivi del corso anche favorire la nascita e la realizzazione di esperienze didattiche che coinvolgano gli alunni quali protagonisti, per un accostamento all’ambiente in chiave naturalistica ed euristica.
“La conoscenza dell’ambiente ipogeo deve essere compreso tra gli obiettivi di una formazione alla sostenibilità che dia prioritaria attenzione alle risorse rinnovabili, tra cui l’acqua, bene prezioso e imprescindibile per la vita stessa, riconosciuta quale bene naturale e diritto umano universale”, continua Francesco Carrer. “Sono proprio i movimenti delle acque sotterranee a formare le cavità naturali e le spettacolari concrezioni che le caratterizzano. Un mondo da conoscere e rispettare, non solo per la sua straordinaria bellezza ma ancor più per la funzione vitale che assolve, che deve essere protetta da inquinamento e dissesto”.

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