Club alpino italiano e Anpas hanno dato il via alla costruzione del primo edificio frutto della generosità del volontariato nel paese di Amatrice dopo il terremoto
Il segno tangibile di quello che può essere la rinascita di un territorio, non solo materiale, ma anche umana e sociale. Questo ha rappresentato oggi la posa della prima pietra della Casa della Montagna di Amatrice, un progetto che sta prendendo vita grazie al Club alpino italiano e ad Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), che lo hanno finanziato grazie a specifiche sottoscrizioni aperte dopo il sisma 2016. Si tratta del primo edificio frutto della generosità del volontariato nel paese di Amatrice dopo il terremoto.
“Con questa prima pietra ricomincia la ricostruzione del centro di Amatrice, grazie alla generosità dei nostri Soci, di quelli di Anpas e di tutte le persone che hanno donato un proprio contributo”, ha affermato il Presidente generale Vincenzo Torti. “Il CAI non è solo escursionismo, alpinismo e arrampicata: siamo presenti dove c’è amore per la montagna, per la sua cultura e per la voglia di stare insieme. E’ bello che dopo il dramma ci sia la fede che insieme si possa fare molto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente di Anpas Fabrizio Pregliasco, che ha sottolineato il significato di vicinanza espressa “grazie a un volontariato attivo anche una volta superata l’emergenza, per contribuire alla ricostruzione”.
La cerimonia ha visto l’inserimento nella calce di un biglietto augurale alla Casa della Montagna, firmata da tutti gli intervenuti: oltre ai due presidenti, il Sindaco di Amatrice Filippo Palombini, il Vescovo di Rieti Domenico Pompili, il Presidente di ITASolidale Guido Bettali, il Presidente CAI Lazio Fabio Desideri e il Presidente della Sezione amatriciana Franco Tanzi.
Desideri e Tanzi hanno sottolineato il fatto che il CAI “altro non poteva fare che progettare un centro di aggregazione, ovviamente votato alla montagna. Qui prima c’era una scuola elementare, oggi tra i sassi abbiamo addirittura trovato un Gesù Bambino del presepe. E la Casa della Montagna vorrà dare dunque dare continuità a questo luogo nel riunire, insegnare e far socializzare i giovani”.
La Casa della Montagna sarà un luogo ricreativo, sociale e culturale, con al suo interno una palestra per l’arrampicata, zone di informazione, e soprattutto di divulgazione della cultura della montagna e delle attività ad essa legate.