Una settimana italiana all’insegna della scoperta alpinistica e culturale della Valle D’Aosta
Oltre 100 giovani provenienti da sei nazioni hanno arrampicato e scalato tra Monte Bianco e Gran paradiso e ascoltato le conferenze di big come Schiera, Oviglia e la Delnevo
Sabato 22 settembre si è conclusa la mountain week italiana organizzata all’interno del progetto Erasmus + Climbing for everybody. Come suggerisce il nome, si è trattato di un programma triennale di scambio tra giovani alpinisti che hanno avuto l’opportunità di conoscere da vicino alcune tra le montagne e le pareti più belle del continente grazie ai fondi europei Erasmus.
Hanno aderito oltre al CAI, i club alpini e le federazioni di arrampicata di Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, individuando 15 giovani per nazione che hanno partecipato ai raduni internazionali, partendo dal settembre 2016 sulle torri in arenaria di Adrspach-Teplice(Repubblica Ceca), proseguendo per gli alti Tatra slovacchi a giugno 2017, le falesie croate di Paklenica nell’autunno successivo, fino ai due appuntamenti più recenti in Slovenia a Planica lo scorso inverno e in Italia tra Piemonte e Valle d’Aosta in questo mese di settembre.
Tutti gli incontri si sono svolti all’insegna della scoperta alpinistica e culturale dei territori visitati in un clima di condivisione tra i partecipanti in cui i ragazzi sotto la guida degli accompagnatori adulti hanno socializzato attraverso lo strumento fondamentale della montagna: la cordata.
In particolare, l’ultimo appuntamento in Valle d’Aosta ha visto uno sforzo organizzativo notevole da parte del comitato organizzatore coadiuvato dalla sezione di Verres del CAIper proporre una serie di attività davvero varie agli oltre 100 partecipanti. Da un punto di vista alpinistico sono state effettuate salite sulle cime alle quote più elevate nel massiccio del Monte Bianco e del Gran Paradiso fino ai sassi di difficoltà tecnica estrema nel fondovalle, passando per la scoperta delle pareti di arrampicata trad in Valle dell’Orco. Senza dimenticare escursioni negli scenari valdostani più suggestivi ai piedi del Monte Rosa e nelle aree protette regionali ed esperienze culturali come proiezioni e visite.
Le serate sono state molto apprezzate comprendendo conferenze di alpinisti come il Ragno di Lecco Luca Schiera, il climber sardo d’adozione Maurizio Oviglia, un “ranger” del Parco Nazionale del Gran Paradiso e della climber Eleonora Delnevo che dopo un gravissimo incidente ha continuato a praticare l’alpinismo nonostante una paralisi agli arti inferiori.
Probabilmente il momento più significativo è stata la visita alla fessura Kosterlitz, il celebre masso situato nel Comune di Ceresole Reale salito nei primi anni ’70 da un giovane studente scozzese che insegnò agli alpinisti italiani l’arte dell’arrampicata in fessura. Il suo nome era Michael Kosterlitz, premio Nobel per la Fisica nel 2016, che in quegli anni era venuto a Torino per studiare all’Università e nel frattempo si era legato in cordata con alcuni degli alpinisti più forti dell’epoca.
Proprio ai piedi della via che porta la firma di un antesignano dell’Erasmus si sono ritrovati gli studenti di oggi, venuti ad approfondire la propria cultura all’accademia della montagna.
Simone Bobbio