Le ricerche che hanno portato alla scoperta della vera via percorsa nel 1804 per raggiungere la cima più alta dell’Alto Adige sono al centro del focus del numero di marzo di Montagne360. Una scalata avvenuta quando il concetto di “alpinismo” ancora non esisteva. Sul nuovo numero della rivista del Cai, poi, contributi e approfondimenti su sostenibilità, educazione e tutela dell’ambiente
«Dopo più di due secoli il mistero della prima ascensione dell’Ortles potrebbe essere stato finalmente risolto. Quella di cui stiamo parlando è una cronaca affascinante. A sedurre e incantare sono la collocazione storica, i personaggi e le testimonianze di ieri e di oggi».
Luca Calzolari, direttore della rivista del Cai
Montagne360, presenta così il focus del numero di marzo, dedicato alla scoperta della vera via di salita che
Joseph Pilcher percorse nel 1804 per arrivare per la prima volta sulla vetta più alta dell’Alto Adige e dell’allora impero austro-ungarico. Un’ascensione avvenuta in un contesto dove quello che oggi definiamo “alpinismo” ancora non esisteva.
I contributi ripercorrono le ricerche di Davide Chiesa e Alfio Capraro condotte su mappe, documenti storici e sul campo, che si sono basate anche sulle intuizioni di Reinhold Messner. Ricerche che hanno portato alla ragionevole certezza che Pilcher, partito per misurare l’altezza dell’Ortles, abbia percorso un canale denominato “Couloir inviolato” e non, come si credeva in precedenza,la Cengia Pichler.
Sostenibilità, educazione e tutela dell’ambiente
L’editoriale di questo numero, firmato dal Presidente generale del Cai
Vincenzo Torti, si focalizza sul recente incontro tra il ministro del Turismo
Massimo Garavaglia e il Club alpino italiano nella Sede centrale del Sodalizio. Garavaglia ha espresso, scrive Torti
«una fiducia che premia e che impegna il Cai tutto». In un momento storico che ha visto l’inserimento della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione, continua Torti,
«al volontariato del Cai si offre la concreta possibilità di confermare le capacità mostrate nel tempo, con la disponibilità a fornire un importante contributo alla ripresa del Paese in linea con i principi di rispetto e attenzione che ne hanno contraddistinto l’operato».
Il direttore
Luca Calzolari, nel suo
Peak&Tip, sottolinea, attraverso diversi esempi, che la prova della vita in montagna può tradursi in una vera scelta di vita se ci sono opportunità e progetti sostenibili.
«In Italia abbiamo l’occasione di realizzare queste nuove progettualità, grazie al Piano nazionale ripresa resilienza».
La sostenibilità è il tema trainante anche dell’articolo sul position paper Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Il documento, curato dal rappresentante del Cai in ASviS Erminio Quartiani parte dall’assunto che «l’ambiente montano non è un castello dei sogni di plastica da consumare e buttare a proprio piacimento» e suggerisce accorgimenti per una governance che assicuri un futuro alle Terre alte. «Dobbiamo costruire un nuovo patto tra la montagna e le città, non solo per ridurre le disuguaglianze ma anche per preservare la biodiversità delle aree interne, condizione fondamentale per garantire l’esistenza dei servizi ecosistemici, alla base del nostro benessere», afferma Quartiani.
Gli altri contributi di questo numero
Non mancano, come di consueto, l’alpinismo e l’esplorazione, declinati nel resoconto dei 4500 km percorsi da Elio Bonfanti e Gloria Bernardi in Norvegia, alla ricerca di cascate di ghiaccio da scalare e in due interviste: Antonella Giacomini, all’indomani dell’uscita del suo primo libro Volevo vedere la Tundra, racconta che cosa la spinge a partire e ad affrontare l’avventura e se stessa. Gianni Rusconi, autore di sette prime invernali, sette film, quattro spedizioni e due libri, approfondisce il suo alpinismo intrepido e curioso, basato sul talento individuale e sulla forza del gruppo.
Le proposte escursionistiche accompagnano il lettore in Alto Adige, alla scoperta di due itinerari da percorrere con le ciaspole in Val Passiria. La prima ci porta nella Valle di Plan e l’altra tra Stulles e la Malga Egger Grub.
Sicurezza, scienza e geodiversità completano i contenuti della rivista. Vengono raccontati il corso del
Cai Vicenza per formare escursionisti in grado di intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco di un compagno, gli studi del
Comitato scientifico del Cai reggiano alla Pietra del Lulseto (probabilmente un antico luogo di culto legato alla venerazione delle rocce) e la storia geologica e geomorfologica del territorio testimoniata dalle
cascate del Friuli Venezia Giulia.
Il portfolio fotografico raccoglie una selezione degli scatti di Angelo Corna dei sentieri e delle valli nei dintorni di Bergamo, percorsi per ricalcare le orme di chi ha tracciato per primo questi itinerari.
Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di marzo, che, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile online
a questo indirizzo.