Pila, una sentenza che sconcerta

Il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti esprime rammarico per la sentenza di Pila

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Un’immagine del territorio in cui è avvenuto il distacco della valanga © Gnappo 1989 Wikipedia
Ieri il Tribunale di Aosta ha condannato in primo grado i sei Soci del Cai imputati nel processo per la valanga di Pila.

Il presidente generale del Club Alpino italiano, Vincenzo Torti, commenta la sentenza con queste parole:

«Abbiamo preso atto con rammarico della sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Aosta, che sembra contraddire inequivoche risultanze probatorie e valutazioni espresse dai più autorevoli esperti sentiti in corso di giudizio.
Ancor più grave è l’aver esteso la più volte contestata responsabilità a tutti i soggetti coinvolti, assimilando al ruolo del direttore del corso quello dei volontari di mero supporto collaborativo, che, in quanto non titolati, non avevano alcuna funzione in ordine a valutazioni non di loro competenza.
Una scelta processuale accusatoria stigmatizzata sin dal primo momento, quella cosiddetta “a strascico”, che talora viene utilizzata in avvio di indagine, ma viene superata all’esito di approfondimenti che consentono di individuare ruoli e contributi causali.
Scelta ancor meno condivisibile, laddove ha portato, su tale errato presupposto, ad escludere qualsivoglia rilevanza al decesso del partecipante “qualificato”.
Per parte sua, il Club alpino italiano, proprio alla luce di quanto puntualmente accertato e che si confida possa trovare in sede di appello adeguata valutazione, conferma la piena solidarietà ai propri soci, ai quali non mancherà di assicurare la necessaria vicinanza e assistenza».

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