In questo periodo di verifiche circa l’andamento dei contagi Coronavirus e del conseguente succedersi di normative nazionali, di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e di ordinanze di Presidenti regionali, il Club alpino italiano ha sin qui cercato di adottare criteri di prudenza e gradualità, in un’ottica di uniformità nazionale, nel fornire indicazioni o raccomandazioni volte ad assicurare, nel rispetto delle disposizioni, sia la tutela della salute di tutti i Soci, sia la ripresa delle attività che risultassero compatibili.
Questo modo di procedere è stato ampiamente condiviso, tranne rari casi in cui, a fronte di ordinanze regionali emanate prima di altre, si sono verificate inopportune anticipazioni rispetto a linee guida che debbono essere, invece, frutto di un coordinamento a livello nazionale, anche, e non secondariamente, per garantire la generale efficacia delle coperture assicurative stipulate dalla Sede centrale.
Premesso che siamo ancora distanti dal “liberi tutti”, poiché, protraendosi lo stato di emergenza sino al 31 luglio 2020, permangono i principali divieti di assembramento e di riunioni in assenza delle distanze di sicurezza interpersonale e vanno mantenuti l’uso dei dispositivi di protezione individuale e l’adozione di tutte le precauzioni igieniche per gli ambienti (sanificazione) e le persone, il Club alpino italiano, pur costretto a confrontarsi con disposizioni che spesso differiscono da Regione a Regione e in attesa che tutte provvedano alla regolamentazione degli ambiti di attività, comunica che è da ritenersi possibile la ripresa delle escursioni sociali, anche utilizzando, eventualmente ed in via analogica, quanto previsto per le forme di accompagnamento professionale cui molte ordinanze fanno riferimento, atteso che il CAI, in forza della propria legge istitutiva (L. 26 gennaio 1963, n.91 e s.m.i.), “provvede, a favore sia dei propri soci, sia di altri ………alla diffusione della frequentazione della montagna e all’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche”.
Quindi, i Direttivi sezionali possono dare il via alla programmazione e organizzazione di escursioni sociali che dovranno, comunque, riguardare gruppi ristretti di persone, in conformità alle disposizioni normative emanate e alle indicazioni che verranno tempestivamente trasmesse all’esito alle valutazioni della Commissione Centrale di Escursionismo.
E’ da prevedersi l’obbligatoria presenza (normalmente non richiesta) di soggetti con specifico ruolo di accompagnatore e assunzione del potere/dovere di direzione dell’attività, al fine di garantire il rispetto delle misure di sicurezza e dei divieti previsti, primo fra tutto quello dell’assembramento, vale a dire dell’avvicinamento disordinato e casuale tra persone.
Lo stesso può dirsi per un possibile ampliamento di attività all’interno delle sedi sezionali, prendendo a riferimento le previsioni per “i luoghi di ritrovo di associazioni culturali, circoli ricreativi, club, centri di aggregazione sociale etc.”. A tal proposito, fermo quanto già precisato con nota del 4 maggio u.s. per la riapertura delle sedi dovranno essere garantiti l’informazione e la sensibilizzazione dei presenti circa le misure igieniche ed i comportamenti da adottare, la riorganizzazione di spazi e percorsi, oltre al richiamo all’autoresponsabilità, come prima forma di tutela per sé e gli altri, e, soprattutto, il contenimento di attività in piccoli gruppi con distanziamento fisico ed uso delle mascherine.
Il Club alpino italiano ricorda che l’attività di manutenzione dei sentieri, da svolgersi in conformità ad apposite linee guida e mai preziosa come in questo periodo, è di natura istituzionale, tale prevista dalla già richiamata legge istitutiva del CAI ed è, pertanto, coperta dalle polizze sugli infortuni e sulla responsabilità civile.
A tal fine sarà sufficiente che, previa individuazione dei Soci operatori, il Consiglio direttivo (che può riunirsi preferibilmente da remoto o, se proprio necessario di presenza garantendo distanze e mascherine), oppure, in via d’urgenza, il Presidente, con successiva ratifica, la autorizzi e, quindi, la stessa venga programmata e organizzata dalla relativa Commissione o dal coordinatore a ciò preposto. Il tutto con il consueto scambio di comunicazioni a valere quale conferma e datazione.
Viene, comunque, rinnovato l’invito ad accertarsi sempre, in via preventiva, che specifiche disposizioni territoriali non prevedano, già ora, ulteriori limitazioni o restrizioni o che altre ne vengano previste in prosieguo.
È stata avviata la verifica presso tutti gli Organi Tecnici Centrali di quali possano essere le attività ipotizzabili, alla luce delle misure obbligatorie volte ad impedire la diffusione del Coronavirus, rispetto all’alpinismo, all’arrampicata sia indoor che in falesia, all’alpinismo giovanile e alla speleologia. All’esito di tale consultazione, che si avrà a breve, la Sede centrale si riserva di riconsiderare le attività attualmente sospese in vista, qualora ne sussistessero le condizioni oggettive di praticabilità nel rispetto delle misure igieniche e dei divieti, di una eventuale ripresa, anche solo parziale.