La Costituzione per la montagna

A Roma il 12 dicembre CAI, ANIMI e LUMSA a convegno sulla Causa Montana e la Costituzione della Repubblica che compie 70 anni

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Promuovere un rapporto solidale tra montagne, città e metropoli, spendersi per una montagna abitata, frequentata con rispetto e considerata da tutti un valore, da favorire e preservare anche attraverso atti legislativi e di governo. Questa è la “Causa Montana” di cui si discuterà a Roma il prossimo 12 dicembre, alle 14,30, nell’aula magna della LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta), in Borgo Sant’Angelo, 13. Il Club alpino italiano, l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno in Italia (ANIMI) e LUMSA Università si confronteranno sul tema “a 70 anni dalla Costituzione”. Che sia una giusta causa affrontare questo argomento, in questi giorni, è sotto gli occhi di tutti. La montagna è un bene prezioso che va tutelato, il CAI non cessa mai di ricordarlo. Settant’anni fa furono scritte nella Costituzione italiana parole nette, impegnative per il Parlamento, il Governo, lo Stato.

Infatti l’art. 44 recita “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. La montagna è l’unico territorio menzionato nella Carta costituzionale.

In questi ultimi tempi la montagna è stata oggetto di fenomeni sismici e disastri ambientali causati da repentini cambiamenti climatici che ne hanno messo alla prova i territori fragili che la definiscono. Fiumi che esondano, interi boschi e foreste distrutti, paesaggi radicalmente trasformati mettono alla prova il rapporto tra uomo e terre alte.

E’ ancora più evidente che nei territori montani non basta il mercato per garantire la vita e la frequentazione secondo un rapporto di rispetto tra uomo e ambiente. Serve far valere l’interesse generale perché prevalga una cultura condivisa della montagna e per la montagna, che rafforzi nei singoli e nelle istituzioni la convinzione che vada riconosciuta la specificità delle terre alte, fatta di ambiente naturale, popolazioni, tradizioni ed economie specifiche. La montagna deve tornare al centro degli interessi nazionali, alla ricerca di un benessere comune per chi la vive, chi la frequenta e chi indirettamente ne usufruisce, perché dai monti nasce e risiede la parte dei beni comuni (l’acqua, l’energia, le foreste e la legna, la pietra, i pascoli, le colture,la biodiversità, la wilderness).

Riconoscere la Montanità e valorizzarla vuol dire dare risposta alla Causa Montana. In Italia particolarmente forte è la questione del rapporto tra Piano e Monte, da cui deriva la necessità di provvedere, più che in altre parti d’Europa, a darvi soluzione specifica realizzando le condizioni per dar vita a uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed equo.

Il programma dei lavori. Un indirizzo di saluto verrà rivolto ai presenti dal Magnifico Rettore della LUMSA Francesco Bonini. Seguiranno le relazioni: il presidente generale del CAI Vincenzo Torti tratterà il tema “Il CAI per le montagne italiane”; Oscar Gaspari, docente LUMSA, si occuperà de “La genesi della causa montana nella Costituzione Italiana”.

Alla Tavola Rotonda – moderata da Antonio Ciaschi (LUMSA) e conclusa da Gerardo Bianco (presidente di ANIMI), prenderanno parte il vicepresidente del Consorzio CAIRE (Cooperativa Architetti e Ingegneri) Giampiero Lupatelli; il componente della Commissione speciale montagna della Regione Lombardia Roberto Mura; il Segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli; Anna Giorgi dell’Università della Montagna – Unimont, Università degli Studi di Milano, Mauro Varotto (Gruppo Terre Alte CAI, Università di Padova); Marco Bussone, presidente di UNCEM; Carlo Personeni, presidente Federbim; Antonello Falomi, presidente Associazione ex Parlamentari e il Vicepresidente generale del CAI Erminio Quartiani.

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