lunghezza: km. 21
tempo di percorrenza: h.6.00
dislivello: insignificante

La partenza ideale di questa terza tappa, facile ma discretamente lunga, è dalla Piazza del Duomo dove è situato il S.Maria della Scala, anticamente Spedale che accoglieva i numerosi pellegrini bisognosi di cure, cibo e riposo, poi Ospedale della città di Siena, oggi grande Museo. Comunque anche questa tappa può facilmente essere frazionata (Ponte a Tressa). Per uscire dalla città si segue Via del Capitano, Via di Città, Via Banchi di Sotto, Via Pantaneto, fino ad arrivare a Porta Romana.Appena usciti dalla porta si prende a sinistra la Strada di Certosa che, percorrendo un bel crinale con vedute su Siena e la Val d’Arbia fino all’Amiata, arriva alla Fattoria di Renaccio (conviene soffermarsi alla chiesetta di S.Pietro a Paterno per ammirare un bel panorama). Da qui si segue, a destra, la strada asfaltata per circa un chilometro e si devia a sinistra in direzione di Renaccino, il Colombaio e, prima di arrivare a Borgo Vecchio si prende a destra per Colle di Malamerenda. Arrivati alla Cassia si prende a destra fino al bivio per  Radi. Si segue la strada bianca per due chilometri circa che prima scende alla Tressa e poi risale  fino al podere Belvedere, dove si devia a sinistra, si prende il sentiero delle Crete n. 502 e lo si segue (tratto molto panoramico) fino ad incrociare il sentiero 500, proveniente dalla vicina Isola d’Arbia che seguiremo in direzione di Ponte a Tressa. Alle prime case si devia a destra e si risale ad un bel punto panoramico dove si trova la pianta solitaria di un piccolo querciolo che, essendo ben visibile da ogni parte, fa da punto di riferimento per tutto questo itinerario. Da questa altura, nonostante la modesta quota (m. 250 slm), si hanno vedute interessanti: di fronte a noi l’Amiata, Radicofani ed il Cetona, alla nostra sinistra la Val d’Arbia e le Crete col borgo di Chiusure ed i tetti dell’Abbazia di Monte Oliveto e alle nostre spalle il profilo inconfondibile di Siena che ci segue fin dalla partenza! A questo punto si può già vedere la possente costruzione della Grancia di Cuna, verso cui siamo diretti e dove si arriverà in breve tempo. Prima di riprendere il cammino si consiglia una breve visita a questa importante struttura, un tempo deposito di granaglie per l’ospedale del Santa Maria della Scala. Dalla Grancia si prende il primo bivio a sinistra  in direzione del Podere S.Claudio. Qui il sentiero n.500 prosegue in leggera salita verso  il Podere Belvedere, situato in bella posizione panoramica,  aggira il Poggio della Tassinaia e si immette  poco dopo nella strada proveniente da Radi. Prendendo a sinistra  (sentiero n. 500a) in poco tempo, volendo,  si arriva a Monteroni d’Arbia, principale centro abitato di tutta la valle. Da visitare il vecchio Mulino, oggi sede di un piccolo museo, e la gora che lo alimentava. Gran parte di questo percorso della Francigena si sovrappone ai sentieri delle Crete senesi. Quindi si consiglia di premunirsi della carta escursionistica scala 1/25000: Crete Senesi –1 Val d’Arbia, edita da Multigraphic di Firenze. Le cartine dettagliate del percorso si possono scaricare dal sito: http://www.francigena.provincia.siena.it/
http://www.viefrancigene.org/it/
 

La Grancia di Cuna
Era una fattoria fortificata fatta costruire dall’Ospedale Santa Maria della Scala, sviluppatasi sul luogo dove, in età medievale, doveva trovarsi un ospizio o un ospedale per l’accoglienza dei viaggiatori che transitavano in pellegrinaggio verso Roma (Via Francigena). Situata in campagna, nel mezzo delle grandi proprietà fondiarie che lo Spedale possedeva, costituiva il centro di raccolta del grano e di tutta la produzione agricola necessaria al mantenimento dell’attività dell’ospedale. La sua fortificazione, che serviva a salvaguardarla dalle incursioni, rappresenta un’interessante tipologia architettonica e un sicuro punto di riferimento per chi vi ricorresse in caso di difficoltà. In pratica la Grancia si sviluppò in un piccolo borgo autonomo cinto da mura, con porte e torri, case e al centro la fattoria-fortezza. 

Monteroni d’Arbia
Il suo sviluppo fu legato all’espansione dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena che vi acquisì terre agli inizi del 1200. Nel XIV secolo, l’abitacolo posto sulla Via Francigena, crebbe soprattutto intorno al mulino fortificato. Costruita tra il 1322 ed il 1324, sempre dall’Ospedale Santa Maria della Scala, cui apparteneva, anche la vicina Grancia di Cuna che ne costruiva la struttura difensiva. Qui era anche concentrato il maggior numero di punti di assistenza per i pellegrini che transitavano, soprattutto alberghi, ma anche ospedali via via che si procedeva verso Siena. Nel 1554 ci fu l’assalto e la devastazione del borgo da parte delle milizie del Marchese di Marigiano. Oggi Monteroni è un comune di rilievo della Val d’Arbia noto, oltre che per il suo mulino, per le numerose emergenze architettoniche di valore che popolano il suo territorio. Costituisce, dal punto di vista geografico e storico, la porta di ingresso al sud della provincia senese; un’area di grande valore paesaggistico e artistico unita dal transito della Via Francigena.